OMELIE
Funerale di Samuele, giovane tifoso del Foggia
Omelia di Mons. Ferretti del 22-11-2024
Stadio "Pino Zaccheria"
Nuovamente oggi la città di Foggia si riunisce qui con nel cuore un dolore grande. Passato un mese dalla morte di Gaetano, Michele e Samuel, oggi dobbiamo accomiatarci da un altro giovane. La morte di Samuele ci ha riaperto una ferita che non smette di sanguinare. Come abbiamo vissuto questo tempo? Abbiamo trepidato, sperato, pregato. Forse la nostra preghiera ha prolungato la vita di Samuele. Continuiamo allora a pregare per Matteo, ce la può fare!
Mi sono chiesto in questo mese e vi chiedo: cosa è cambiato nella nostra città di fronte a tanto dolore per i nostri figli? Siamo più uniti? Meno litigiosi? Meno egoisti? Perché se così non fosse, la morte di questi giovani sarebbe stata vana.
Celebrando il trigesimo di Gaetano, Michele, Samuel, abbiamo letto il Vangelo del Signore che dice che se il chicco di grano non cade a terra e muore non dà frutto. Ma il frutto della morte dei nostri giovani deve essere una pace sociale maggiore. Un impegno civico di tutti noi maggiore. L’unità e la concordia toccabili durante questi funerali, deve divenire uno stile di vita della città. Uniti dobbiamo combattere il male, l’illegalità e la superficialità di non comprendere che la morte fa parte del nostro futuro. Non lasciamo fratelli che i nostri giovani siano morti invano. Diamo un senso al loro sacrificio: uniamoci per il bene. Costruiamo una città pulita, fondata sull’amore e la solidarietà.
Giovani fate attenzione a come vivete, alle scelte che fate! Non siate superficiali!
Adulti, sosteniamo i giovani nelle loro scelte di bene. Diamo una buona testimonianza di vita. Lo dobbiamo a questi quattro chicchi di grano. Facciamo che la loro morte porti frutto.
Riunirci oggi nuovamente qui per il funerale di Samuele è per tutti noi una nuova drammatica lezione di vita. La morte esiste, è reale! Fa parte della vita; ne è la fine e il compimento. La morte è una verità che fuggiamo, non vogliamo istintivamente accettarla. Per questo usiamo frasi come “Sei volato verso l’infinito” o “Sarai sempre qui”. Ma la vera domanda è: cosa avviene di noi dopo la morte?
Abbiamo ascoltato oggi che Gesù entra nella città mentre viene portato al cimitero un giovane. La madre piange disperata e Gesù vedendo la scena si ferma e, dice il Vangelo, prova una grande compassione per lei e le dice: “Non Piangere!”.
Cara mamma, caro papà, cara famiglia di Samuele, oggi il Signore passa anche di qui, si ferma accanto a voi e vi dice che vi è vicino.
Piange con voi, perché compassione significa “patire con”. Gesù patisce con voi, il suo cuore è spezzato come spezzato è il vostro.
Nell’eucaristia si spezza l’ostia prima di dare la comunione a significare che anche la vita di Gesù è stata spezzata da uomini di un mondo cattivo che non hanno accolto il suo messaggio d’amore.
Dio Padre piange la morte del Figlio innocente e apre per Lui e per tutti le porte del cielo. È il seno del padre, la sua casa, il luogo che attende tutti noi; dove ci rincontreremo e per sempre vivremo uniti tra noi e con Dio.
Questa è la morte: un passaggio dal mondo di qui alla pace eterna in Dio. Là contempleremo il volto misericordioso e buono di Gesù, là ci rincontreremo, là avremo pace per sempre. Là oggi già vivono Gaetano, Samuel, Michele e Samuele e là un giorno li rincontreremo.
Caro fratelli e sorelle di Foggia apprendiamo questa lezione dura che oggi ci viene ancora una volta proposta a caro prezzo. La nostra vita non è senza fine. Scegliamo di viverla bene. Ma alla fine non ci sarà il nulla. Alla fine risorgeremo. Alla fine c’è Dio misericordioso e compassionevole e, se vogliamo sentire la pace che nell’incontrarlo troveremo, impariamo a costruire pace qui, già da oggi.
Amen